Riportiamo qui di seguito il testo dell'articolo pubblicato:
Alzi la mano chi non ha mai sperimentato momenti di crisi legati ad eventi della vita come una scelta importante, con la paura di fare la cosa sbagliata, un lutto o un problema di comunicazione sul lavoro, in famiglia o con un figlio adolescente; momenti che influenzano i nostri sentimenti e ci lasciano con la sensazione di essere soli e senza via d’uscita.
Pensate ora a come sarebbe stato tutto più facile se accanto a voi ci fosse stata una persona che, ascoltando le vostre paure e le vostre ansie, vi avesse accompagnato per un periodo, se aveste avuto l’occasione di rivedere con occhi diversi quel problema, insomma se accanto a voi ci fosse stato un counselor.
Il counselor è una persona che avendo ricevuto una formazione triennale ha sviluppato abilità interpersonali e di relazione per aiutare gli altri.
Si tratta di un “ascoltatore professionista”, strettamente tenuto al segreto professionale, che non dà consigli, ma competenza e comprensione. È un agevolatore nella relazione di aiuto, un riferimento per coloro che, trovandosi in un momento di difficoltà, sentono il bisogno di essere accolti, ascoltati e accompagnati da qualcuno competente disposto a prendersi cura di loro all’interno di un processo nel quale la persona si sentirà compresa, ascoltata e non giudicata, in un ambiente protetto e riservato.
Per divulgare la cultura del counseling è nata da poco l’Associazione A Piccoli Passi che, grazie al Comitato Genitori delle Scuole di Cannobio e Cannero Riviera, lo scorso 11 gennaio ha potuto organizzare una serata all’Auditorium sul tema della scelta della scuola dopo le medie.
E’ stato un interessante esempio di counseling di gruppo, durante il quale i numerosi genitori presenti hanno avuto l’opportunità di esprimere il loro disagio ed i loro dubbi su questo argomento che è spesso causa di crisi nelle famiglie e, allo stesso tempo, un momento rassicurante, perché condividere le proprie ansie aiuta a rendere il problema meno pressante e a comprendere che solo ascoltando le proprie emozioni si possono aprire le porte alle relazioni.
Ci piacerebbe utilizzare questo spazio sul giornale per iniziare un dialogo con voi. Se vi fa piacere vi proponiamo per questo mese una piccola riflessione sempre sul tema della relazione con i propri figli.
“Osservando la fotografia di mio figlio a tre anni, magari quella che lo ritrae nel suo primo giorno di scuola materna quali emozioni sento crescere dentro di me?, quali aspettative, quali delusioni, quali gioie ho sperimentato durante gli anni successivi sino a oggi?”
Scrivete di questo e di altro, ci farà piacere rispondervi ogni mese, attraverso le pagine del giornale naturalmente in forma anonima.
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