lunedì 22 ottobre 2012

Jerome Liss è morto. Chi è stato Jerome Liss?


Innovatore nel filone di ricerca della terapia biosistemica, è grazie a lui che è diventata centrale la questione del funzionamento fisiologico e patologico del Sistema Simpatico e del Parasimpatico secondo questo modello:


Ciclo
Secondo  Jerome Liss,  la patologia psicosomatica deriva da un cattivo funzionamento reciproco di questi due sistemi. 

Il Simpatico presiede all'azione muscolare, il Parasimpatico  permette il recupero di energie e il riposo. 
In condizioni regolari questi due sistemi non dovrebbero funzionare insieme, ma rimbalzare invece dall'uno all'altro, a seconda delle esigenze dell'organismo. 
Quando i due sistemi agiscono insieme oppure la loro curva è distonica, allora siamo in una condizione di malfunzionamento. 

Ma non è tutto.
Liss è stato anche l'ideatore della cosiddetta comunicazione ecologica.
Comunicare in modo "ecologico" vuol dire coltivare le risorse di ogni persona, rispettare la diversità e nello stesso tempo mantenere una coesione globale in modo che tutti insieme possano agire insieme per un obiettivo comune.

Il metodo, ideato da Jerome Liss, vorrebbe trovare un equilibrio tra bisogni individuali e crescita della totalità. Quindi: critica costruttiva, risoluzione dei conflitti, sviluppo dei progetti, cooperazione, l'empatia corporea, metacomunicazione, comunicazione non verbale.

Il "Principio Ecologico" nella comunicazione sta nel rispetto dell'individuo ("rispettare la diversita'") e nello stesso tempo a cooperare con il gruppo ("Rispettare il contesto").


Sembra una cosa scontata e facile ma.... quante volte dobbiamo subire decisioni dall'alto, o ingoiamo bocconi, o aggrediamo per far valere il nostro parere..Con questo tipo di comunicazione ogniuno dei membri del gruppo ha il suo giusto valore e contribuisce alla discussione con il fine del raggiungimento dell'obiettivo.

Non è un buona buona ragione per cambiare le regole del gioco sociale?

"Per esempio i bambini partecipano con i maestri alle decisioni su cio' che va insegnato in classe e perche', i pazienti partecipano con i medici e gli infermieri a stabilire il programma ospedaliero, i lavoratori decidono con i dirigenti il "cosa, come e quando" della produzione, gli utenti dell'assistenza sociale partecipano alla decisione sulla distribuzione del denaro, i detenuti partecipanop alla conduzione delle loro prigioni e i bambini partecipano alla scelta delle decisioni familiari."


Non è stato forse un grande Jerome Liss???

martedì 9 ottobre 2012

Aiuto!! Mi ha lasciato!!


L'abbandono è uno dei maggiori eventi traumatici sperimentati da uomini e donne. La perdita del partner è paragonabile all'esperienza del lutto, cioè  alla reazione emozionale che si vive quando si perde per sempre una persona importante per la nostra vita.


Perdere qualcuno che si ama infatti ci fa sentire soli: sapere di non poter contare più sulla sua presenza e sul suo affetto ci provoca dolore e ci rende vulnerabili. 
Dal momento dell'abbandono si apre un periodo che richiede tempo e fatica per essere superato. 
 
La perdita del partner nelle separazioni, diversamente dalla sua morte, richiede un processo che comporta l'accettazione del fatto che l'altro continua la sua vita indipendentemente da noi. Questo innesca reazioni emotive molto intense che sono vissute da donne e da uomini in maniera differente.
Generalizzando un po' si potrebbe dire che le donne  tendono a parlarne con più facilità, cercano aiuto tra le amiche e sono più aperte alla possibilità di parlarne anche con un professionista, gli uomini, invece, tendono a tenersi dentro questo trauma pensando così di proteggere se stessi ed i loro familiari, tendono cioè a tenere nascoste le emozioni più intime per timore di mostrarsi deboli.
Questo tipo di reazione innesca una serie di conseguenze sul piano psico fisico: disturbi del sonno e dell'alimentazione, aumento della pressione, disturbi digestivi, stanchezza, cefalee, caduta dei capelli, ansia, ossessioni, depressione, approccio smodato verso alcool e farmaci....

 Il periodo del lutto per la separazione può essere anche molto lungo, può durare settimane, mesi o anche anni. 

E' estremamente importante affrontare l'abbandono con la necessaria consapevolezza, per non prolungare la sofferenza nel tempo e per evitare ulteriori danni, per evitare cioè che il trauma si trasformi in patologia che dovrà essere affrontata sul piano sanitario.
Perché il trauma della separazione si trasformi in modo “sano” occorre modificare il proprio atteggiamento: dopo essersi concessi un giusto periodo di lutto, cioè tutto il tempo che ci serve per poter elaborare lo strappo legato al distacco, dovremo iniziare  a comprendere ciò che è successo, darci la possibilità di utilizzare l'esperienza negativa vissuta per crescere, evitando così  tutti i sentimenti di colpa nei nostri confronti e nei confronti di chi ci è vicino.
Questo significa affrontare la situazione, entrare nel dolore senza cedere al desiderio di autodistruggersi, significa cioè accettarlo.
E' il dolore che ci consente di capire i nostri errori e di migliorarci.
Affrontare accompagnati da un counselor  il periodo di lutto conseguente l'abbandono renderà più lieve il processo e consentirà di collocare rabbia, dolore, disorientamento evitando così la trasformazione del trauma in una vera e propria patologia.

Avere qualcuno che ascolta è importante. Un essere umano non può tenersi dentro tutto. Quel che è accaduto va consegnato ad altri. Il passato, se rivelato, toglie peso, alleggerisce. [...] Rivelarsi è aiutarsi e aiutare allo stesso tempo. Versare la memoria dal vertice della vita, passarla ad altri come le tegole si passano l’acqua. Così, come una mano lava l’altra, confessarsi libera la coscienza a chi offre il proprio passato e a chi lo riceve.”
(Mauro Corona - Come sasso nella corrente)